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Dignitas infinita

(…)

47.
Nel caso dell’aborto si registra la diffusione di una terminologia ambigua, come quella di “interruzione della gravidanza”, che tende a nasconderne la vera natura e ad attenuarne la gravità nell’opinione pubblica. Forse questo fenomeno linguistico è esso stesso sintomo di un disagio delle coscienze. Ma nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l’aborto procurato è l’uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita» (…) Si dovrà, pertanto, affermare con ogni forza e chiarezza, anche nel nostro tempo, che «questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà».

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48.
La Chiesa, altresì, prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto. A questo proposito, le parole di Papa Francesco sono di una chiarezza unica: «La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica».

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52.
La vita umana, anche nella condizione dolente, è portatrice di una dignità che va sempre rispettata, che non può essere perduta ed il cui rispetto rimane incondizionato. Non esistono infatti condizioni mancando le quali la vita umana smette di essere degnamente tale e perciò può essere soppressa: «La vita ha la medesima dignità e lo stesso valore per ciascuno: il rispetto della vita dell’altro è lo stesso che si deve verso la propria esistenza». Aiutare il suicida a togliersi la vita è, pertanto, un’oggettiva offesa contro la dignità della persona che lo chiede, anche se si compisse così un suo desiderio: «Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio».

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59. Sono da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna: «Non possiamo separare ciò che è maschile e femminile dall’opera creata da Dio, che è anteriore a tutte le nostre decisioni ed esperienze e dove ci sono elementi biologici che è impossibile ignorare». Ogni persona umana, soltanto quando può riconoscere ed accettare questa differenza nella reciprocità, diventa capace di scoprire pienamente se stessa, la propria dignità e la propria identità.

Testo completo qui.

Papa Francesco: “L’ideologia gender è il pericolo più brutto del nostro tempo”

L’ha condannata in numerose occasioni in passato definendola “colonizzazione ideologica”, “sbaglio della mente umana”, “espressione di frustrazione e rassegnazione”, “tsunami”, “guerra al matrimonio” oppure “nefasta” e “pericolosissima”, come l’ultima volta nel discorso di inizio anno al Corpo diplomatico. Oggi Papa Francesco torna a stigmatizzare nuovamente l’ideologia gender come “pericolo” di oggi e annuncia di aver “chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo” che “annulla le differenze e rende tutto uguale”.

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2024-03/papa-francesco-ideologia-gender-convegno-uomo-donna-antropologia.html

Una firma che può scaldare tanti cuori tiepidi, per far ascoltare la voce del cuore. Grazie, Cardinale Bagnasco!

Prosegue ancora per pochi giorni la raccolta di adesioni alla proposta di legge di iniziativa popolare ‘Un cuore che batte’.

A beneficio di tanti cattolici ancora titubanti, segnalo questa importante notizia, tratta dal quotidiano Eco di Bergamo in data 19 ottobre, con l’invito ad aderire all’iniziativa, sottoscrivendola negli uffici del proprio Comune o nei banchetti della propria zona ove venga allestita la raccolta delle firme.

L’adesione del Cardinale Bagnasco costituisce un autorevole incoraggiamento che si aggiunge all’appoggio di vari altri vescovi (Vescovo di Mileto, Vescovo di Terni, Vescovo di Sanremo-Ventimiglia, Vescovo di Vibo Valentia) e di innumerevoli altri sacerdoti.

Il clero italiano, pur non brillando di ardore nello spendersi a favore di questa iniziativa (ha le capacità ma non si applica troppo), d’altro canto non ha mai manifestato contrarietà: tutti quelli che si sono espressi l’hanno infatti promossa, caldeggiando i fedeli a firmare. Hanno capito che far vedere una ecografia o ascoltare il battito di un cuore vuol dire non solo dare più informazioni e consapevolezza alla madre che vuole abortire.  Ma anche favorire quel processo, tanto invocato dalla Chiesa nelle questioni morali, che si chiama discernimento: come può questo esplicarsi se si chiudono gli occhi (e si tappano le orecchie) davanti alla realtà?

Preciso che questa proposta nulla toglie alle disposizioni della Legge 194 (senza voler entrare nel merito sulle valutazioni etiche del testo normativo). Semplicemente aggiunge per la donna un diritto che già c’è, riconosciuto dalla Legge 219/2017 in materia di consenso informato: quello di ogni persona destinataria di un qualsiasi trattamento sanitario di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo ai rischi ai quali va incontro e alle possibili alternative (art. 1). La stessa legge 194 peraltro è improntata al riconoscimento che l’aborto è una tragedia da evitare e limitare, non certo un diritto da incentivare. Troppo spesso però l’iter per chi chiede di abortire viene svolto in modo frettoloso, senza rispettare i vincoli e gli inviti previsti nella stessa legge in capo a consultori e strutture socio-sanitarie, per aiutare a superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza.

Ecco allora che una disposizione che aiuti la madre ad avere piena coscienza di quello a cui va incontro rende la sua autonomia decisionale più piena e consapevole. Tra tutti gli esami prescritti durante la gravidanza che negli ultimi anni si sono moltiplicati non saranno certo questi ulteriori, previsti dalla proposta di legge, che potranno essere tacciati di inutilità. Per non parlare di quegli esami finalizzati a soluzioni eugenetiche: dunque, se un esame serve a promuovere la soppressione di una vita nel grembo materno va bene, mentre se può aiutare a salvarla no?

In conclusione, un’ultima considerazione: se per una madre guardare la creatura che porta in grembo o ascoltare il suo cuoricino mettono in crisi le sue convinzioni sulla scelta di abortire, vuol dire che queste persuasioni non sono poi così salde o che la madre non ha considerato l’altra faccia della medaglia. Ma allora, un consenso a questa tragica decisione prestato nel nascondimento di una realtà è davvero pienamente informato?

 

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