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Lo splendore dell’amore

Il 9 giugno 2018 l’Associazione privata “Amici di Paolo VI” ha organizzato un Convegno in Brescia dal titolo “Humanae Vitae, la verità che risplende”. Altri dati e materiali possono essere consultati sul sito www.amicipaolovi.it o sul canale YouTube “Amici di Paolo VI”. Sull’onda di tale importante evento e in prospettiva della pubblicazione degli Atti del medesimo l’Associazione ha promosso la traduzione di un’interessante lettera pastorale di S.E. mons. Aquila, pubblicata lo scorso febbraio e dedicata ai temi profetici della Humanae Vitae.

I tre punti di forza del Movimento

Come più volte ribadito, l’amicizia con la Chiesa universale e locale è indispensabile, perché essa «è il principale baluardo dei diritti umani» (San Giovanni Paolo II). Il Movimento dunque continuerà a coltivare la fedeltà alla Chiesa e ai suoi insegnamenti. D’altra parte, il MpV intende influire sull’intera società, promuovendo il valore della vita umana prima di tutto con argomenti di ragione che fanno appello alla scienza, ai diritti umani, al principio di uguaglianza nella dignità.
L’aborto, infatti, così come la distruzione di embrioni umani e come ogni attentato alla vita umana, non è solo un peccato, ma anche una grave lesione della società come tale, nella quale il precetto del non uccidere e il riconoscimento dell’eguaglianza di tutti gli esseri umani dovrebbero essere la base del bene comune. Per questo, il Movimento dovrebbe restare aperto alla collaborazione con persone di buona volontà, anche se non credenti o di altra fede religiosa.

(Leggi l’intera Lettera al Popolo della Vita n. 4/2018)

Il Papa: la famiglia è solo quella tra uomo e donna

Papa Francesco ha affrontato anche il tema dell’aborto selettivo. «Ho sentito dire che è di moda – ha detto -, o almeno è abituale che quando nei primi mesi di gravidanza si fanno gli studi per vedere se il bambino non sta bene o viene con qualcosa, la prima offerta è: “lo mandiamo via”». «L’omicidio dei bambini: per risolvere la vita tranquilla si fa fuori un innocente». «Da ragazzo – ha aggiunto Francesco – la maestra che faceva storia ci diceva della rupe, per buttarli giù, per salvaguardare la purezza dei bambini. Una atrocità, ma noi facciamo lo stesso». «Perché – si è chiesto ancora il Papa ad alta voce – non si vedono nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici dice: viene male, mandiamolo via». «Il secolo scorso – ha scandito il Pontefice – tutto il mondo si è scandalizzato per quello che facevano i nazisti. Oggi facciamo lo stesso ma con i guanti bianchi».

Articolo completo qui.

Discorso completo del papa qui.

Lettera al Popolo della Vita – 5

In questo mese di maggio si sono compiuti i 40 anni della Legge 194 del 22 maggio 1978, una ricorrenza triste perché ricorda i quasi 6 milioni di bambini eliminati prima della nascita con il sostegno e l’incoraggiamento dello Stato. In questo stesso mese, però, il 13 maggio si è celebrata anche la Festa della mamma, un evento lieto che fa riflettere sul significato della maternità.
Sui 40 anni della legge 194 il punto essenziale è il tema dello sguardo. La differenza tra chi difende la legge e chi la critica è contrassegnata dal rifiuto dello sguardo dei primi sul figlio concepito non ancora nato. In nessuna legge, atto internazionale o sentenza è scritto che il fondamento della legalizzazione dell’aborto è la negazione della individualità umana del concepito: si parla sempre di altro. La stessa domanda “chi è il concepito, un essere umano o una cosa?” viene rifiutata. Viceversa il riconoscimento che il figlio anche prima di nascere è un essere umano, un soggetto, uno di noi è alla base di quanti proclamano il diritto alla vita fin dal concepimento e si impegnano per aiutare le madri a superare le difficoltà della gravidanza difficile o non desiderata.

Leggi la lettera completa.