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Lettera al Popolo della Vita – 5

In questo mese di maggio si sono compiuti i 40 anni della Legge 194 del 22 maggio 1978, una ricorrenza triste perché ricorda i quasi 6 milioni di bambini eliminati prima della nascita con il sostegno e l’incoraggiamento dello Stato. In questo stesso mese, però, il 13 maggio si è celebrata anche la Festa della mamma, un evento lieto che fa riflettere sul significato della maternità.
Sui 40 anni della legge 194 il punto essenziale è il tema dello sguardo. La differenza tra chi difende la legge e chi la critica è contrassegnata dal rifiuto dello sguardo dei primi sul figlio concepito non ancora nato. In nessuna legge, atto internazionale o sentenza è scritto che il fondamento della legalizzazione dell’aborto è la negazione della individualità umana del concepito: si parla sempre di altro. La stessa domanda “chi è il concepito, un essere umano o una cosa?” viene rifiutata. Viceversa il riconoscimento che il figlio anche prima di nascere è un essere umano, un soggetto, uno di noi è alla base di quanti proclamano il diritto alla vita fin dal concepimento e si impegnano per aiutare le madri a superare le difficoltà della gravidanza difficile o non desiderata.

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